Molto è cambiato da quando sei andato altrove Fantaintervista a Bruno Orsini a diciassette anni dalla sua scomparsa. Salgo sulla
collina di Prepo insieme a Pippo, il mio fraterno amico a quattro zampe, a
godere gli ultimi raggi del primo sole autunnale: Bruno è là a pochi
passi da casa sua, seduto sotto un albero a guardare la sua amata Perugia.
Di tanto in tanto scrive nel suo solito quaderno ad anelli, poi riprende
l’osservazione. W. – Ciao, Bruno, bentornato! Che stai facendo? B. – Guardo Perugia e le sue trasformazioni, quelle che ho sempre documentato con la macchina fotografica. Poi scrivo ancora poesie in dialetto, che parlano della mia città, dei suoi abitanti e della protesta sociale di chi non si rassegna all’indifferenza. Piuttosto, ho notato che adesso qui a Prepo è tutto recintato e non ci sono più spazi per sedersi liberamente tra il verde… W. – Eh, sì, molto è cambiato da quando sei andato altrove: il muro di Berlino è caduto, l’Unione Sovietica si è dissolta, la Iugoslavia ha fatto altrettanto, ma ben più tragicamente, gli Stati Uniti hanno fatto due guerre all’Iraq e una all’Afghanistan, c’è stato l’11 settembre… B. – E pensare che per andare a vedere di persona l’esperienza di socialismo che Tito stava realizzando venni espulso “per indegnità politica e morale” dal Pci! W. – Tranquillo Bruno, il Pci non c’è più, e nemmeno Craxi. B. – Ma allora chi è rimasto? W. – Castro, Gheddafi, il Papa polacco e… pochi altri, Andreotti, ad esempio, e Caponi junior a Perugia. B. –Allora non sono morti tutti! Ma parlami dei vecchi compagni, degli amici. Che fine ha fatto il “Bartoccio”? W. – L’esperienza del “Bartoccio” si è conclusa, naturalmente. L’attenzione alle lingue locali ed alle culture altre prosegue però in maniera più articolata nell’esperienza di “Risonanze”… E anche la cultura della pedonalità a te tanto cara vi trova spazio: Renzo (Zuccherini) ha dato vita al bollettino “Camminare fa bene alla democrazia. Informazioni sulla città, i diritti dei pedoni, la cura dei luoghi, il rallentamento, la riduzione del rumore”. Tu di cosa ti occupi adesso? I suoi occhi chiari e luminosi mi guardano
compiaciuti e subito mi risponde. B. – Leggo ancora molto, e scrivo. Tra gli ultimi autori di cui ho letto le opere, posso citarti Naomi Klein, Noam Chomsky, Vittorio Agnoletto e Mario Capanna. Quanto allo scrivere, oltre alle poesie in dialetto, “volgarizzo” ancora le pagine di storia perugina del Bonazzi per un amico maestro elementare, per renderle così familiari ai suoi alunni e alle sue alunne. W. – E del socialismo che sognavi, dopo l’esperienza della Resistenza? B. E’ un ideale tradito, per il quale combattemmo e nel quale credemmo con coerenza. Nonostante tutto resta però, pur se lontano, nel mio orizzonte di vecchio militante. Intanto seguo con attenzione l’esperienza di Marcos e degli Zapatisti del Chiapas. W. – Domenica (12 ottobre) torneremo a marciare per la Pace, da Perugia ad Assisi, nel nome di Aldo Capitini e tu sarai insieme a noi, a Giacomo Santucci, a Renzo, a Paolo, con gli amici e i compagni di sempre! Ciao, Bruno! (a cura di Walter Pilini) Bruno Orsini È nato a Macchie di Castiglione del Lago (PG) il 10 marzo 1924. Dopo aver vissuto alcuni anni a Panicale, si è trasferito adolescente a Perugia, dove ha frequentato l’Istituto Magistrale “A. Pieralli”, diplomandovisi. Amico e compagno di Primo Ciabatti, fu allievo di Aldo Capitini insieme a Raffaele Rossi, Maurizio Mori, Ilvano Rasimeli, Riccardo Tenerini e altri. Ha fatto parte delle brigate partigiane nella divisione “Cremona” partecipando alla liberazione di Alfonsine. Nel dopoguerra ha militato prima nel Pci, successivamente nel Circolo “Carlo Marx” e nell’organizzazione comunista “Quarta internazionale”. Ha operato nella scuola elementare prima come maestro e poi come direttore didattico. Studioso di storia locale e profondamente interessato alle vicende ed ai cambiamenti storico-urbanistici di Perugia, li ha documentati con numerose ricerche e raccolte fotografiche. Poeta dialettale, ha partecipato attivamente alla vita dell’Associazione “Il Bartoccio” di cui è stato uno dei fondatori. È morto il 14 ottobre 1986. |