Via Tornetta anni Settanta

Racconto di Galeno Scattini

Si costituiva e si sentiva la necessità di fare, nel 1974, nel quartiere di porta Santa Susanna a Perugia, la sezione del Partito Comunista Italiano (Pci) dalle ceneri delle precedenti sezioni esistenti nel dopoguerra. La spinta, oltre che politica, era anche operativa, tesa al risanamento dell’elevato degrado del quartiere con ancora tanti residenti. La sezione contava 60 iscritti, tutti entusiasti e con una gran voglia di fare. Non farò nomi. Dirò solo che la sezione venne inaugurata dai “padrini” Raffaele Rossi e Alfio Caponi (oggi ex senatori del Pci), dalla compianta Wanda Trottini, allora residente nel quartiere, per la Federazione provinciale, da Cesare Pesaresi (amministratore del partito) e dal sottoscritto Galeno Scattini. Primo segretario della sezione era stato eletto Walter Nissim.

Il programma subito impostato era civico, cioè sociale, riguardando la collettività del quartiere. Primo obiettivo era quello di eleggere le persone giuste nel Consiglio di Quartiere (il primo della storia) al fine di portare avanti le aspettative della collettività locale di risanamento del rione, anche se modesto, e per i problemi più urgenti.

Abbattere il degrado del quartiere era necessario in quanto lo stesso era stretto tra i “ruderi”  del grande edificio di via Tornetta e del parcheggio abusivo che si era creato a piazza San Francesco al Prato, oltre che dalla costituzione di alcune nuove e dalla difesa di tutte le aree verdi del territorio del quartiere.

Non va dimenticato che in quegli anni il referendum sul divorzio impegnò noi tutti, lasciando per un attimo i problemi del quartiere. Ma questa è un’altra storia.

Il programma per il territorio prevedeva tre grandi obiettivi:

1. Risanamento e ristrutturazione dell’edificio, ex valigeria di via Tornetta, già utilizzato dopo la guerra come abitazione di famiglie sfrattate e perciò chiamato dai borgaroli con il significativo nome di “quartiere cinese” (il significato non era certo razzista);

2. ristrutturazione e sistemazione della grande Piazza di San Francesco al Prato, eliminazione del parcheggio abusivo, ripristino del manto erboso di circa 7000 metri quadrati;

3. Costituzione dell’area verde in via Lancellotti, dove insisteva un campaccio scosceso e difesa delle altre aree verdi da progetti edificativi.

Con questo programma si andò alle elezioni amministrative dei Consigli di quartiere. Vennero eletti, su 20 consiglieri, 5 rappresentanti di cui due “indipendenti”. Essendo il numero esiguo (25%), alta era la determinazione di portare avanti il programma e su questo si lavorava, di concerto con la sezione del territorio che ci supportava su tutte le questioni attinenti al quartiere e alla città.

Chi legge queste righe, mi scuserà per la brevità con cui narro i fatti poiché se dovessi entrare nei particolari, dovrei scrivere molte pagine. Pertanto non riporto i nomi delle persone coinvolte che, in pratica, era tutto il quartiere compresa la Parrocchia con cui tenevamo ottimi rapporti tramite i due consiglieri indipendenti.

Dura era invece la lotta nel consiglio di quartiere, dove altre forze politiche non capivano la nostra volontà di migliorare il rione e creare uno spazio di democrazia nel territorio per incontrare tutta la popolazione.

Contrasti su questi temi vi erano anche nella sezione stessa, dove alcuni compagni vedevano il detto spazio da conquistare, ma per farne un uso diverso (asilo, distretto sanitario, consultorio, ecc.). Altri, insieme a me, sostenevano certo la decisione della sezione, ma evidenziavano che in altra parte si potevano concretizzare asili e distretti che poi scoprimmo già esistenti non lontani. Mentre si  lavorava contattando il Comune di Perugia e la Provincia di Perugia, quest’ultima proprietaria dell’immobile, accadde all’improvviso un’occupazione di giovani che volevano realizzare nell’edificio di via Tornetta una “comune”, sul modello cinese.

Era allora Presidente della Provincia il dr. Vinci Grossi. Con il contributo dell’Amministrazione Provinciale, venne indetta una riunione, alla quale partecipò la Parrocchia, la sezione e i privati cittadini. L’Amministrazione Provinciale portò in assemblea i progetti di risanamento. L’atmosfera non tardò ad infiammarsi: i filo-cinesi non volevano lasciare i locali disastrati; noi volevamo l’inizio dei lavori per la sede agognata. Si usò allora una tattica di isolamento dei giovani senza ricorrere allo sgombero tramite le forze di polizia, facoltà che l’Amministrazione proprietaria poteva ben azionare.

La tattica adottata era quella giusta. Infatti, dopo circa un mese, gli occupanti se ne andarono da soli nella completa indifferenza del quartiere, non trovando alcuna solidarietà dai commercianti e dai residenti. Dopo questi fatti, l’Amministrazione Provinciale, sollecitata da noi, appaltò i lavori di un progetto di ristrutturazione, fermo da anni, alla ditta Cumar (specializzata nei recuperi di vecchi edifici). I lavori iniziarono nel 1978 e terminarono l’anno successivo. L’immobile, alla fine, fu restaurato, con soddisfazione di tutti.

Seguivamo il retauro con attenzione. Quando era necessario, non mancava il nostro intervento, secondo le indicazioni del Consiglio di quartiere. Rappresento che in quel periodo ero Presidente della Commissione dei Lavori pubblici.

Nel 1979 a seguito dell’intervento legislativo in materia, i Quartieri divennero le Circoscrizioni ed i Consigli di Quartiere si chiamarono Consigli di Circoscrizione. La nostra Circoscrizione venne denominata la II. Venimmo rieletti al fine di compiere il programma che ci eravamo proposti. Il nostro lavoro fu agevolato in quanto il contatto con gli organi istituzionali del Comune e della Provincia era molto più agevole.

Eseguita la ristrutturazione sopra detta, comprensiva dei locali della Parrocchia (consistenti in alcune sale), era parroco don Dante Savini, coadiuvato da don Corrado Melinelli, incominciò la vera guerra per la gestione dei locali. Era Presidente della Provincia il compianto Umberto Pagliacci. Soggetti diversi si interessavano ai locali da utilizzare come propria sede. Ricordo, tra i tanti, la Camera del Lavoro Cgil, il Ministero degli Interni per il carcere minorile, il Cral della Perugina e, in particolare, la società Crued (Direttore era Brando Fanelli che ricopriva anche la carica di assessore Comunale) che doveva lasciare la propria sede di via Manfredo Fanti alla costituenda Rai 3.

Che fare? Eravamo diventati il classico vaso di coccio tra vasi di ferro. Ne conseguì una riunione politica della nostra sezione. Erano  presenti tra i rappresentanti del Crued, l’Amministrazione Provinciale e la componente nostra della Circoscrizione compresi i due indipendenti.

Si convenne che il Crued avrebbe utilizzato l’immobile in via Tornetta n° 1. L’Associazione che, intanto, si era costituita e la II Circoscrizione avrebbero utilizzato una picola parte, una sala ciascuno dalla parte prospiciente il centro storico con un’area all’aperto, in via Tornetta n° 5-7.

Come detto, l’Associazione si era intanto costituita l’11 gennaio 1979 con sede nella Palazzina Coni in via Piaggia Colombata (non molto distante dai locali di via Tornetta individuati dalla Circoscrizione e richiesti alla Provincia), aveva adottato apposito statuto, eletto il proprio Comitato Direttivo, disponeva di 150 iscritti.

La situazione si prospettava male: eravamo stati ridimensionati rispetto alla lotta fatta ed alle aspettative della popolazione del quartiere. Si decise, pertanto, nella sezione del partito, di occupare i locali che ci interessavano, insieme agli interessati che ci avevano sostenuto per due anni e più, e di inviare formale domanda alle istituzioni per l’utilizzo dei locali, unitamente all’elenco delle famiglie degli iscritti all’Associazione e avviso alla stampa locale.

L’occupazione avvenne di notte. Entrammo in 13 persone di diverse tendenze politiche, ma tutti uniti nel fine da raggiungere. Si utilizzò un tavolino, si accesero tutte le lampade disponibili da un nostro consigliere elettricista. Il giorno dopo eravamo diventati un numero consistente. L’occupazione pacifica durò per qualche mese. I rapporti fra Comune di Perugia e Provincia di Perugia furono definiti contrattualmente. Il Comune di Perugia concesse l’utilizzo dei locali con apposita delibera di Giunta in maniera “salomonica”: assegnò i locali occupati il 50% all’Associazione e il 50% alla II Circoscrizione del Comune stesso, con l’impegno di reciproca collaborazione. L’accordo, dopo 20 anni, è ancora funzionante.

Inoltre il Comune di Perugia, impegnava una notevole somma per la ristrutturazione dei locali assegnati, come da contratto.

In queste poche e brevi note, non narrerò tutti i problemi dei primi tempi. Tra gli altri, vi furono anche difficoltà economiche per l’arredo del nuovo Centro di Aggregazione. Un caloroso ringraziamento vada al socio fondatore sig. Ezio Vajani per il generoso aiuto a risolvere i vari problemi.

Vi furono anche Consigli turbolenti e appassionati sulla gestione dell’Associazione: sui programmi da effettuare, creare o no il bar, diverse soluzioni venivano proposte da Comitato Direttivo. Chiarito che fine fondamentale dell’Associazione era di realizzare l’aggregazione dei residenti del rione di S. Susanna, eliminare il degrado o per lo meno diminuirlo, si cominciò ad operare per la sistemazione definitiva di Piazza San Francesco al Prato, che terminò nel 1984 con l’inaugurazione da parte del Comune e con una festa del quartiere.

Venne allontanato anche il pericolo di un parcheggio della clinica Liotti nella nuova area verde di Via Lancellotti che lo voleva proprio nello spazio appena attrezzato. Ma questa è un’altra storia.

Altre battaglie attendevano l’Associazione: gli sfratti di via degli Sciri, la porta Trasimena da sistemare perché pericolante, il nosro contributo al restauro della Fontana Maggiore, l’ordine pubblico e la microcriminalità nel territorio, strade, stradine, punti luce, fontane e fontanelle. Certo, ancor oggi c’è molto da fare nel rione.

Senza presunzione possiamo dire che migliorammo di molto il quartiere. Prova ne sono strate le facciate delle case restaurate in quesgli anni dai cittadini residenti incoraggiati dai due grandi problemi risolti: la ristrutturazione dell’edificio di via Tornetta e la sistemazione di Piazza San Francesco al Prato.

Oggi l’Associazione è una realtà viva nel rione e nella ciottà; gode di ottima salute e stima delle istituzioni e della cittadinanza.

Concludo questa memoria ringraziando il Comune di Perugia, la Circoscrizione e molti cittadini che hanno ben capito il ruolo svolto dall’Associazione sia per l’aggregazione e la parte ricreativa  quotidiana, sia per l’alto spessore culturale delle sue iniziative svolte da oltre venti anni.

Presidente pro-tempore
                                                                                              Galeno Scattini

Perugia,  lunedi 15 dicembre 2003