Panta Rei e La Buona Terra: esempi di turismo sostenibile

Nasce un’esigenza per il Trasimeno di un turismo diverso e durevole che ne fornisca tutte le potenzialità: un turismo sostenibile, anch’esso come l’agricoltura sensibile alle tematiche della salvaguardia e della conservazione, capace di apprezzare le grandi risorse ambientali che il territorio è in grado di esprimere. 

Abbiamo provato a ricercare, nei dintorni del lago quei posti dove, già da diversi anni, si è affermata una sostenibilità di questo tipo.

L’ abbiamo trovata a Passignano ed è frutto dell’iniziativa delle cooperative “Panta rei “ e “La buona terra”.

Panta rei si trova su una collina del comune di Passignano, in una terrazza naturale, fra boschi di querce, che si affaccia sul lago Trasimeno. E’ un piccolo villaggio ecologico in cui giovani e adulti possono abitare, giocare e lavorare per brevi periodi, sperimentando modi di vivere che abbiano il minimo impatto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo. Le strutture sono costruite con materiali naturali, l’energia è fornita dal sole, dal vento e dalle biomasse. E’ gestito da una cooperativa agricola i cui soci hanno partecipato a tutte le fasi di progettazione e realizzazione del centro. Tra questi, abbiamo incontrato Sanni Mezzasoma, al quale abbiamo rivolto alcune domande.

 

Come nasce l’idea di un villaggio ecologico?

L’idea matura essenzialmente all’interno della cooperativa La buona Terra, proprietaria del terreno e delle strutture dagli anni ’80. Abbiamo scelto di recuperare le strutture anziché demolirle e ricostruirle ex-novo per mantenere un legame con la storia dell’area mettendo in primo piano l’idea del recupero.

 

Come è stato possibile attuare questa idea di recupero?

Fondamentale è stato l’incontro con l’Atelier Ambulant d’Architecture, l’associazione europea di architetti che lavora tra Francia Italia, Austria e Germania su progetti di rivitalizzazione socio-ambientale. Grazie al loro aiuto e alla nostra caparbietà nel cercare alternative al modello di sviluppo che sta rischiando di rompere il mondo, abbiamo recuperato gli edifici utilizzando materiali da costruzione a basso impatto ambientale nella loro produzione, messa in opera ed uso: legno, terra cruda, sughero, paglia, pietra, canna di lago. Sono tutti materiali che creano un forte contrasto con le vecchie strutture d’acciaio, distinguendo chiaramente il vecchio dal nuovo.

 

Ma cosa si fa a Panta rei?

Ospitiamo molti gruppi di ragazzi e con loro svolgiamo diverse attività di educazione allo sviluppo sostenibile partendo dai gesti della vita quotidiana, come ad esempio i metodi del riciclaggio. E’ un posto non per essere visto ma per essere vissuto. Insieme agli ospiti, costruiamo i mattoni con la terra e la paglia, si alimenta la caldaia con le biomasse, si analizzano i materiali mettendo la misura in rapporto alla corporeità, fino alla chiusura del ciclo con i saluti e le opinioni sull’eperienza fatta. Tutto quello che si fa qui è vero, non è artefatto.

 

Cosa significa un posto come Panta rei per il Trasimeno?

Panta rei non nasce come una struttura totalizzante, ma come una proposta. Fare i mattoni con la terra e la paglia, con le proprie mani, è un modo per chiedere al turista di tornare per verificare se ha funzionato. Poi, usare la terra del posto, perché i trasporti sarebbero troppo costosi, è un ulteriore modo di valorizzare il territorio. Panta rei non disturba neanche il paesaggio del lago perché vista da qualsiasi prospettiva non ha un forte impatto ambientale, proprio per essere stata costruita con materiali naturali. Le stesse attività sono fondamentali per il territorio del Trasimeno, per il suo delicatissimo sistema, ma lo sono per qualsiasi posto. E’ una scelta diversa che si mette a confronto con chi usa i fertilizzanti, ed è anche economicamente sostenibile.

 

E qual è la scelta giusta?

Io non lo so. Io ho scelto questo. Panta rei ti da la possibilità di scegliere. Noi non vogliamo costringerti, non vogliamo entrare nelle tue scelte, ma solo offrirti la possibilità di conoscere le alternative. Sappiamo che il Trasimeno non è fatto per ricevere elevate quantità di turisti, per questo lo scopo non è sul turismo che porta soldi, ma sulle soddisfazioni. Uniamo la bellezza del Trasimeno alla possibilità di conoscere, ad uno scopo.

 

Quindi più posti come questo?

Più che un posto uguale a Panta rei, dovrebbero nascere posti con lo stesso spirito: non ci sono qui soluzioni trovate, ma esperimenti. Se mi propongono un altro modo per risparmiare l’acqua o un’alternativa ai muri in cemento diversa da quella che abbiamo pensato noi, io sono il primo ad apprezzarla. Io credo che quando esiste una passione, quando questa passione è forte, stai rischiando di dare parte della tua esistenza al progetto, senza renderti conto di stare ad annullare te stesso. Non bisogna ammazzare la propria personalità, è il progetto che deve entrare in te, se così non fosse non esisterebbe Panta rei.