Un’utopia praticabile Intervista a Gino Strada Gino Strada, medico “di guerra”, è il fondatore
di Emergency, associazione italiana nata nel 1994 per la cura e la
riabilitazione delle vittime civili nelle guerre. Giovedi 18 settembre ha
parlato ad una Sala dei Notari traboccante di gente (e, da un megaschermo,
anche ad una piazza IV novembre che ricordava i fasti di Umbria Jazz).
Ecco alcuni stralci del suo intervento. Passeggiando per le vie di Perugia, mi è venuto spontaneo pormi una domanda: come sarebbe questa città se fosse stata costruita secondo i criteri e i parametri di oggi? Sono sicuro che sarebbe semplicemente vergognosa…il problema fondamentale è infatti quello di capire se, per esempio, rispetto a quattro o cinque secoli fa siamo andati avanti oppure no, e non è certo una questione banale o di poco conto. Un mondo che
non sta più in piedi Oggi si fa fatica a riconoscere il senso delle parole, ci troviamo immersi in una realtà orwelliana: la pace è guerra, l’aggressione è libertà, lo sterminio è democrazia, il furto è sviluppo. Se si pensa che 366 persone detengono il 40% della ricchezza mondiale appare chiaro come viviamo in un mondo che ormai non sta più in piedi. Negli ultimi anni abbiamo poi assistito alla fine del diritto internazionale e al completo smantellamento dell’Onu; per la verità su quest’ultimo “cadavere eccellente” c’è poco da piangere, non bisogna dimenticare che i 5 paesi che compongono il consiglio di sicurezza (Francia, Cina, Usa, Inghilterra e Russia n.d.r.) producono ed esportano l’85% delle armi mondiali. E’ anche un
problema di informazione Non si può continuare a truffare miliardi di persone spacciando per diritti umani i nostri privilegi di occidentali; e qui il problema è anche nell’uso, direi totalmente propagandistico, che chi governa fa dei mezzi di comunicazione. Un dato su tutti: al momento dello scoppio della guerra all’Iraq solo il 7% degli americani aveva idea di dove si trovasse il paese che si stavano accingendo a bombardare. Se guardiamo poi le menti che coordinavano lo sforzo bellico (Bush e Blair su tutti), mi meraviglio che abbiano colpito il Medio oriente e non la Finlandia… Sciocchezzario
bipartisan Qui in Italia ci siamo trovati di fronte a un fenomeno particolare: l’ostentazione bipartisan di sciocchezze su sciocchezze. Non sono stati solo gli “esperti” e “intellettuali” di regime a schierarsi per la guerra: tanti altri, pur condannandone l’insensata violenza, ne hanno palesato l’ineluttabilità nella lotta al terrorismo. Si è addirittura arrivati a teorizzare che la guerra sia “giusta” quando si è aggrediti…poi però quando sono gli irakeni a ribellarsi agli aggressori a stelle e strisce li si chiama terroristi… Il terrorismo?
E’ di stato, ovviamente Nessuno però ha detto una verità storicamente innegabile: la maggior parte delle vittime sono sempre state fatte dal terrorismo di stato e, in quest’ottica, gli Usa non sono secondi a nessuno. La politica statunitense è anzi forse la più grande politica terroristica che si sia vista dalla seconda guerra mondiale in poi: non c’è dittatura (compresa quella dell’“amico” Putin) che non sia stata appoggiata, più o meno velatamente, da Washington. Vi siete mai chiesti perché gli Usa non bombardano Ankara, Mosca o Tel Aviv? Eppure non è che i curdi, i ceceni o i palestinesi se la passino meglio degli irakeni… Non parlate di
“liberazione” Diversi “opinionisti” ci hanno attaccato in questi mesi, dipingendoci come fiancheggiatori dei terroristi e sostenitori, più o meno consapevoli, di un regime sanguinario. Secondo questi “intellettuali” ci sono volute le bombe occidentali per esportare la libertà…andatelo a chiedere ai cittadini irakeni come vivono in questa nuova “democrazia”! In realtà si sono trovati catapultati da una dittatura feroce ad un’occupazione altrettanto invivibile; chi ha il coraggio di parlare di liberazione in Iraq? E in Afghanistan? Gli unici veramente liberi sono i quadri dirigenti delle Organizzazioni non governative americane, che hanno il monopolio degli aiuti umanitari e sono foraggiate direttamente dal ministero della difesa statunitense: l’ennesima arma nelle mano dei guerrafondai. La vendetta è
giustiza Mi sembra persino superfluo, oramai, ribadire come i diritti umanitari siano l’ultimo pensiero di chi ci governa; controllo di riserve petrolifere e di corridoi per sfruttare comodamente (ed economicamente) l’oro nero: ecco le “libertà” affermate a colpi di guerre umanitarie. La giustizia è un concetto troppo alto per queste menti, al massimo possono arrivare a concepire la vendetta: per 3000 vittime americane ci vogliono 5000 afgani; effetti collaterali, come si è detto. Dignità, non
aspirine scadute Poi però, quando questi poveretti scappano, legittimamente, dalle guerre che abbiamo prodotto a casa loro, li accogliamo con la Bossi-Fini…non si pensa minimamente che siano persone come noi con una storia terribile alle spalle. Solidarietà sarebbe accoglierle in modo dignitoso, provvedergli le cure mediche necessarie, favorirne la reintegrazione sociale…non certo inviargli in patrie devastate dalle “nostre” guerre convogli di aspirine scadute. Da qui è nata l’idea, proposta dal nostro gruppo di Palermo, di dar vita a centri di accoglienza Emergency in Italia; certo, si pone il problema di come affrontare questa famigerata Bossi-Fini: se necessario potremmo anche arrivare a far ricorso agli scudi umani… Emergency
Italia La situazione italiana è davvero preoccupante, e non
parlo solo del governo. Anzi, forse quello è paradossalmente il problema
minore. Non si tratta di star a discutere se sia di destra o meno,
fascista o meno. Il problema non si pone proprio: sono semplicemente una
banda di criminali, tutto qui. Anzi, per lo meno Al Capone non si era mai
sognato di diventare presidente degli Stati Uniti. E’ vergognoso, ma a
questo punto credo che sia proprio necessario creare una sezione di
Emergency per l’Italia. Prendiamo per esempio la situazione sanitaria:
non so se sarei così contento di far curare mia figlia in un ospedale di
stato, mentre la manderei tranquillamente in un ospedale Emergency.
Dovrebbe essere questo il criterio di chi gestisce la sanità. Chi decide
dovrebbe domandarsi: “Farei curare i miei figli in questi ospedali, con
questi strumenti?” Poi di conseguenza dobbiamo smetterla di esportare
nel terzo mondo una sanità da terzo mondo. Nel nostro piccolo, 2 mesi fa
abbiamo inaugurato nella regione del Panshir (Afghanistan) un ospedale di
maternità, e la risposta della gente è stata davvero incredibile. 5 miliardi di
dollari al mese per la guerra La stessa Omc (Organizzazione mondiale del commercio) ha stabilito che basterebbe un investimento annuo di 15 miliardi di dollari per ridimensionare a livello mondiale il problema della fame. Se si considera che gli Usa spendono 5 miliardi di dollari al mese per la campagna militare in Iraq, si capisce come non ci sia affatto la volontà di risolvere niente. Quanta democrazia “reale” si creerebbe con 5 miliardi di dollari al mese? Parlo di democrazia “reale” perché mi rifiuto di pensare che la democrazia si riduca ad un semplice conteggio dei voti (anche nel caso, piuttosto raro, che sia fatto onestamente, basta vedere quello che è successo nelle ultime elezioni presidenziali in Usa). L’unica guerra “giusta”, che vale la pena di combattere, è quella alla fame; assistiamo invece alla guerra in doppio petto che le multinazionali conducono contro i poveri del mondo e che non ha niente da invidiare, per insensatezza e atrocità, a quella nazista. Un’utopia praticabileAppare chiaro come sia giunto il momento di fare qualcosa che non sia semplicemente criticare l’esistente. Sanità e istruzione, per esempio, devono diventare aree franche, libere dal profitto e dalla logica capitalista. Dobbiamo diventare militanti di pace, imponendo il buon senso e una nuova etica lontana dalla ricerca ossessionata del guadagno. Perché, io che sono medico dovrei arricchirmi sulla vostra sofferenza? Da più parti ci accusano di non tener conto della realtà dei fatti, di essere degli utopisti. Personalmente ritengono che l’utopia sia una cosa bellissima ed che sia possibile trasformarla in progetti da realizzare concretamente. In questi anni Emergency ha curato oltre 720.000 persone: piccola cosa, probabilmente, ma che acquista ogni giorno, nei più disparati teatri di guerra, un’importanza fondamentale anche per tutti noi. (Filippo Costantini) |