La bellezza del corpo che agisceL’associazione
Culturale di Danza di San Sisto Da un censimento condotto dall’Iterdanza per conto della provincia di Perugia si è potuto notare che in Umbria sono presenti una cinquantina di scuole di danza, frequentate da 4500 allievi. Su questo abbiamo intervistato Tommaso Mobilia, presidente dell’Associazione Culturale di Danza, che da vent’anni opera a San Sisto. Qual
è il compito di quest’associazione? Principalmente l’associazione mira ad insegnare, promuovere e diffondere la danza; il nostro compito è quello di aiutare il giovane a crescere in equilibrio, facendogli accettare e apprezzare la bellezza del proprio corpo che “agisce”, accrescendogli l’autostima, educandolo all’emozioni. Tutto questo non è facile perché avviene in una società che propone modelli di bellezza estetici spesso irraggiungibili. L’accettazione serena ed equilibrata del proprio corpo è una condizione necessaria per una crescita equilibrata ed armonica. Da
chi viene generalmente frequentata? Sono generalmente ragazzi che vanno dai cinque ai quindici anni, e dai sedici ai venticinque; il 97% è di sesso femminile.Le ragioni vanno ricercate nel fortissimo condizionamento culturale che fa vedere la danza come qualcosa di prettamente femminile, ma è un comportamento sbagliato, un limite perché la danza è per chi ama danzare. Bisognerebbe lavorare di politiche di promozione e far vedere di più la presenza di danzatori. Quali sono le esigenze di un’associazione di danza?Sono diverse, la formazione dell’insegnante, l’aggiornamento, gli spazi e le promozioni. Per ciò che riguarda la formazione degli insegnanti dobbiamo dire che in Italia non c’è una regolamentazione che indichi un percorso chiaro per svolgere questa professione e talvolta ci si arriva attraverso un percorso accidentato e confuso. Dobbiamo dare agli insegnanti gli strumenti tecnici, culturali e pedagogici, necessari se vogliamo che vengano espresse al meglio tutte le potenzialità insite nel rapporto docente/ alunno. Per quanto riguarda l’aggiornamento, dobbiamo dire che la danza è un’arte in continua evoluzione. Le metodologie della danza classica sono diverse, e diversa è la didattica che gli insegnanti utilizzano oggi, rispetto a qualche anno fa per trasmettere agli allievi questa tecnica sempre più sofisticata, a maggior ragione le discipline quali la danza contemporanea, il jazz, l’hip hop che richiedono aggiornamenti continui. Quasi tutti gli spazi da noi visionati con il censimento del ’97 sono in affitto da privati e allestiti a spese di chi gestisce la scuola di danza. Lo sport ha avuto dalle amministrazioni, palestre, piscine, campi da calcio, probabilmente insufficienti alle esigenze, ma comunque è stato fatto molto, mentre per la danza da questo punto di vista niente. Il problema della danza è la sua visibilità, se le dico che solo a Perugia ci sono 12 scuole di danza e vi circolano 1200 ragazzi probabilmente si stupisce, perché ci troviamo di fronte ad una realtà di massa poco conosciuta. Esistono sicuro delle colpe storiche delle scuole o delle associazioni ma è anche vero che esistono anche delle difficoltà a bucare i mass media. A proposito di mass media proprio in questo periodo stanno aumentando le trasmissioni che hanno per oggetto la danza, questo ha influito sulle iscrizioni? Si, la televisione sta facendo molto bene alla danza, ci sono molti ragazzi che entrano in contatto con questo mondo attraverso il mezzo televisivo. Ma è anche vero che i messaggi televisivi sono molto superficiali, e molte volte può arrivare una persona che pensa che studiando 15 giorni diventa un danzatore. La danza è un percorso complesso e articolato che ha bisogno di tempo, maturazione fisica e psicologica; voler diventare danzatori è una cosa complicata. Noi come associazione non siamo un luogo dove si costruisce il professionismo, ma preferiamo definirci “luogo fisico dove i giovani si incontrano e socializzano, confrontandosi con i primi rudimenti di musica e danza”. Se ne potranno trarre due tipi di benefici: uno strettamente pedagogico, perché contribuisce al processo formativo delle persone, sensibilizzandole alle qualità espressive, comunicative, socializzanti ed estetiche del movimento corporeo, acquisendo contemporaneamente abilità motorie utili nella loro vita da adulti; l’altro più culturale, perché contribuisce alla formazione del pubblico e degli artisti del domani, perché coloro che sono cresciuti nell’esercizio e nell’amore della danza come arte, parteciperanno agli spettacoli dal vivo come completamento naturale della loro vita culturale. La maggior parte dei bambini da grandi vogliono fare i danzatori, i cantanti, quello che noi dobbiamo fare è non dargli illusioni, perché è vero che li immergiamo in un sogno, ma allo stesso tempo gli dobbiamo dare gli strumenti per fargli capire dove possono arrivare, perché è meglio un ragazzo che ha fatto il suo percorso ed ha capito che non è il suo mondo ad un individuo che non sa che cos’è. E’ molto difficile stabilire chi può fare il danzatore, allora scattano delle prove, i saggi di fine anno. Il saggioIl saggio, ci teniamo molto a dirlo, non è un momento spettacolare (il pubblico è formato per la maggior parte dai genitori dei ragazzi), ma è interessante perché si vede la conclusione di un lavoro, non si può vedere con lo stesso spirito con cui si vede uno spettacolo, perché ci si annoierebbe. Da un paio d’anni a Perugia, otto delle dodici scuole di danza presentano una rassegna di saggi, che si tiene a giugno al Teatro Morlacchi. Come vi finanziate? Ci sosteniamo con le quote associative degli allievi e dei soci. Il finanziamento è uno dei tasti dolenti, perché svolgendo una funzione sociale dovremmo avere più attenzione dalle istituzioni. Cosa vi aspettate dalle istituzioni?Maggiori contributi, vorremmo che ci alleggerissero un po’ i costi, magari cederci gratuitamente il Teatro Morlacchi, visto che il Comune ha diritto a 50 giornate gratis. Ma potrebbero contribuire a radicare maggiormente la manifestazione al centro storico, visto che si svolge a pochi passi e contribuisce a far affluire al centro un numero considerevole di persone dai centri vicini. Progetti per il futuro? Il saggio che si terrà a giugno; ma soprattutto contiamo di crescere perché abbiamo fatto e stiamo facendo un buon lavoro, mantenendo sempre buoni rapporti con la circoscrizione e la Proloco. Comunque siamo molto ottimisti e soprattutto crediamo nell’associazionismo, l’unico modo per consentire alla danza di parlare con un'unica voce. (Daniela Maiorano) |