Prima persona plurale è il libro che testimonia cinque anni di impegno civile, di riflessione critica e di amore per la nostra regione, l’Umbria. A raccontar[e]ci il percorso in salita che ha consentito a Risonanze di diventare una vera e propria antologia, ci pensa Giorgio Filippi, che della rivista è da sempre l’instancabile motore (oltre che direttore responsabile): il volume è frutto di una ricerca culturale raffinata, che oscilla tra innovazione e tradizione senza mai perdere il suo equilibrio. Da un lato, ci tiene ancorati ai luoghi, ai colori e ai profumi di questa terra, dall’altro, ci lega indissolubilmente al resto del mondo. Una duplice tensione che passa attraverso l’intervista e il racconto, portando alla ribalta temi come l’ambiente, il lavoro, la guerra. Una lente d’ingrandimento sui sentimenti: speranza, dolore, delusione. Renzo Zuccherini, curatore di Prima persona plurale, aiuta a riflettere sui presupposti di tale attività critica. L’Umbria è una regione che soffre di una grande ambiguità: la scelta della valorizzazione naturalistica e culturale mal si concilia con le grandi infrastrutture che si vogliono imporre. Ne consegue una crisi di valori, accompagnata ad un modello accentrato della cosa pubblica apparentemente incapace di evolvere, diventata quasi un coacervo di piccoli feudi da far passare di padre in figlio. Possono i valori della partecipazione e della democrazia essere oscurati dalla preponderanza di asfalto e cemento? L’Umbria sembra aver perso l’anima. E’ stata cura di Piero Fabbri occuparsi della prefazione del libro, nella quale il “poeta politico”, deliziando lettori e lettrici con la metafora del moscerino della frutta, fa le sue osservazioni sull’importanza dell’essere piccoli e sul rapporto che intercorre tra la dimensione del micro e quella del macro. Progetti futuri auspicati da Filippi e dall’intera redazione di Risonanze: un’antologia sull’universo femminile a tinte rosa, “Donna singolare”, fragile e prezioso come il cristallo, come questa regione. (Annalisa Perrone)
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