ECONOMIA ALL’IDROGENO – (Jeremy Rifkin)

 

 Sono rari, nella storia, i momenti in cui una generazione di uomini ha a disposizione un nuovo strumento grazie al quale riorganizzare le relazioni reciproche e la struttura in cui si realizzano. Quello che stiamo vivendo è uno di questi momenti”. Con questa frase, nel finale del libro, l’economista e scrittore americano Jeremy Rifkin condensa la passione e la speranza, sua e di tante altre persone, che oggi l’umanità può riporre nella nuova era dell’idrogeno. “Economia all’idrogeno” è un libro da leggere perché mai come oggi l’energia è al centro della nostra storia, e dunque diventa fondamentale avere la coscienza di come tutto nel mondo le ruoti attorno. Parole come guerra, democrazia, globalizzazione, sono oramai contenitori vuoti, insufficienti a spiegare la realtà, se non vengono viste secondo l’ottica speciale dell’energia. Il libro è del 2002 ma nelle sue analisi ci sono già tutti i presupposti per la costruzione dello scenario che oggi noi tutti possiamo constatare. Le guerre, il terrorismo, sono tutti effetti del tentativo di strappare al tempo quelle ultime gocce di benessere a cui la nostra società dei consumi e dello sperpero energetico si è abituata, e sono tutti sintomi di come sia giunta al termine l’era dei combustibili fossili, o più semplicemente l’era del petrolio. Rifkin ci dice che la nostra è una civiltà vecchia, obsoleta, angosciata dalla consapevolezza di essere alla fine dei suoi giorni, che comincia a pensare alla morte, e a quello che, forse, ne seguirà. Entro pochi anni, come dimostrano molti studi sul tema, e malgrado le guerre per spartirsi quello che ne rimane, la produzione di petrolio raggiungerà il picco e da lì in poi diminuirà fino a esaurirsi, determinando un lento e inesorabile aumento dei costi di elettricità, carburanti, cibo, in una parola energia, dovuto al fatto che è pressoché assoluta e schiacciante la nostra dipendenza da questa fonte energetica. Se questo accadesse oggi, sarebbe il caos, noi non siamo pronti. Il problema è che potrebbe accadere domani. Alla visione nefasta di un mondo spinto nel baratro dalla fine della sua capacità di produrre energia, esiste tuttavia un’alternativa, che se coltivata e gestita correttamente non solo ovvierà alla fine dell’era dei combustibili fossili, ma potrebbe produrre una nuova struttura di società e un nuovo modo di relazionare gli individui, non più costretti in un modello gerarchico e verticale connaturato alla gestione di una fonte rara e concentrata, ma al contrario primi attori in un sistema orizzontale e realmente democratico in cui ciascuno è componente di una rete energetica decentralizzata e dispersa che trae energia dall’unica fonte inesauribile: il Sole. Questa è l’economia all’idrogeno.                                                       (Maurizio Zara)