“Quando
sono gli occhi a parlare...” di Marzia Papagna “..non esiste una terra dove non ci son santi né eroi. E se non ci
son ladri e se non c’è mai la guerra, forse, è proprio l’isola che
non c’è..”:
quando mi domando se esiste un mondo perfetto non possono che venirmi in
mente queste parole cantate da Edoardo Bennato nella sua Isola
che non c’è. Ora ne sono anche più convinta. Per quale motivo?
Niente di particolare, solo la vita di tutti i giorni. Ci sono tante di
quelle cose che mi deludono che potrei trattenervi ore ed ore, c’è
tanto di cui parlare per far riflettere che non basterebbe tutta la carta
di questo mondo. Ma c’è una cosa di cui vorrei parlare, ed è qualcosa
che, come si suol dire, mi ha lasciata a bocca aperta. E’ successo
mentre intervistavo un signore di cui preferisco non fare il nome (non mi
piace il giornalismo d’assalto!). Mi parlava ed io prendevo nota di
quello che mi diceva, ma qualcosa mi ha colpita e interessata molto più
delle sue parole: “raccomandazioni”. Che le raccomandazioni esistano è accertato e, purtroppo,
accettato. E’ questo che mi fa rabbia: la gente rimane in silenzio di
fronte all’ingiustizia, alla corruzione, alla mancanza di rispetto nei
confronti di tutti noi e di chi, come noi, non ha la possibilità di
vincere un concorso perché non è figlio o parente di un vigile urbano,
di un impiegato del Comune, o di un politico. Brutta cosa la politica!
Farebbero di tutto i “falsi politici” per assicurarsi un voto, e,
siccome uno non basta per diventare assessore comunale (per esempio),
allora si inizia a stringere la mano a più di una persona, a concedere
sorrisi anche al vicino di casa insopportabile o agli amici di amici. Il
problema è che i sorrisi, le strette di mano non sono sufficienti a
raggiungere il fine, quindi diventa più semplice ottenerlo raccomandando
qualcuno.Non è difficile raccomandare se si hanno delle conoscenze
importanti: bastano un paio di telefonate, una lettera, e il gioco è
fatto. “Signora carissima, sua
figlia otterrà il posto in azienda, ma se io faccio un piacere a lei, lei
farà un piacere a me: allora, li strappiamo questi voti per le elezioni
di giugno?”. Proprio lì, davanti a me durante l’intervista, le
stesse parole così come le ho scritte. Sapere e vedere che c’è chi si
guadagna da vivere in questo modo tanto scorretto quanto incivile non può
che rendermi delusa. Sono delusa della persona che ho intervistato e ancor
più delle persone che chiedono di essere raccomandate e che vendono il
loro voto per assicurarsi il posto di lavoro. E’ questa l’importanza
che diamo ad uno dei nostri più grandi diritti? E’ una cosa più grande
di noi, me ne rendo conto, ma non l’accetto. Non mi piace, non è
giusto. I miei occhi di fronte a questo non piangono, ma mostrano rabbia.
I miei occhi vorrebbero fare qualcosa, vorrebbero ribellarsi, vorrebbero
parlarne, far discutere per poi riflettere. La gente non può continuare
ad accettare. Mi piace però pensare che c’è ancora qualcuno che spera,
che crede in un mondo non perfetto, ma migliore. “..seconda
stella a destra: questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, non
ti puoi sbagliare perché quella è l’isola che non c’è. E ti
prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te!”
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