MASSIMO GORLA UN COMUNISTA GENTILUOMO

 

Intervista a Francesco Bottaccioli

 

BELLA L’IDEA DI RICORDARE CON UN LIBRO MASSIMO GORLA. BELLO IL TITOLO: MASSIMO GORLA, UN GENTILUOMO COMUNISTA (SINNOS ED.). SU QUESTE PAGINE LA SINNOS EDITRICE HA RACCOLTO I TANTI COMPAGNI ED AMICI CHE NEL SUO RICORDO SI SONO RITROVATI. SONO IN MOLTI, DAI CURATORI ROBERTO BIORCIO, IDA FARÈ, JOAN HAIM, MARIA GRAZIA LONGONI  A GIORGIO GALLI, LIVIO MAITAN, SILVERIO CORVISIERI, LUIGI VINCI, FRANCO RUSSO, ATTILIO MANGANO,  EMILIO MOLINARI E TANTI ALTRI, FINO A SILVIA ED ERNESTO GORLA E LUCIANA CASTELLINA.

A FRANCESCO BOTTACCIOLI, UNO DEGLI AUTORI DEL VOLUME CHE IN QUEL PERIODO DI “GENEROSE UTOPIE” È STATO DIRIGENTE UMBRO E NAZIONALE  DI AVANGUARDIA OPERAIA E REDATTORE DEL “QUOTIDIANO DEI LAVORATORI”, CHIEDIAMO DI RACCONTARCI  DEGLI ANNI IN CUI SI È TROVATO A FIANCO DI MASSIMO GORLA.

 

Ricordo i tanti viaggi in treno da Perugia a Milano, ma soprattutto quella prima volta, era il 1969, avevo venti anni ed era un inverno molto freddo. Eravamo una delegazione del Circolo Karl Marx di Perugia chiamata a partecipare ad una riunione nazionale.  Occhi brillanti, capelli mossi e barba, così ho conosciuto a quella prima riunione Massimo. Ho subito apprezzato le sue qualità:  efficace, chiaro, Ilario (questo era il suo nome di battaglia al tempo del maggio francese) possedeva una logica che del ragionamento svela tutti i passaggi e che punta a convincere e non a stupire. Nel 1976, quando fu eletto in parlamento con il cartello Avanguardia Operaia, Lotta Continua, Manifesto, sono state premiate le sue qualità di politico raffinato e di profondo conoscitore della politica internazionale. Tra il 1977 e il ‘78 abbiamo lavorato insieme e a strettissimo contatto, poi è arrivata la disfatta politica della lista della Nuova Sinistra Unita e molte cose sono cambiate. Io dal 1990 non faccio più politica. Anche Massimo Gorla esce da Democrazia Proletaria  quando nel 1989 il congresso decide di aderire al progetto di Rifondazione Comunista. In questi ultimi anni, anche se mai arreso, Massimo Gorla ha sicuramente conosciuto l’amarezza della solitudine. Una solitudine vissuta con grande dignità. Ha continuato dirigendo la rivista “Senzaconfine” e fino al 1995 il giornale “l’Altraeuropa”. Quando mi hanno chiesto di partecipare alla realizzazione di questo libro mi sono sentito di aderire con entusiasmo. Massimo è riuscito a rimettere insieme persone che in qualche caso non si sono più incontrate. Se penso al degrado politico e culturale che in questi anni ha travolto il nostro paese, all’astenia confusionale della sinistra, voglio sperare che in qualche modo si riprenda una riflessione critica.

 

Nato nel febbraio del 1933, Massimo Gorla ci ha lasciato nel gennaio 2004. Dal partito socialista a dirigente del partito comunista, Massimo ha conosciuto tutta la pratica dell’entrismo. Con il maggio francese il coperchio della pentola è saltato. C’era lui a Parigi sul palco della Mutualitè  insieme ad  Alain Krivine e Cohn Bendit. La sua lettura critica del capitalismo e delle varie forme di imperialismo più o meno mascherati è una eredità che appartiene alla storia.