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Il progetto di risonanze punta su due aspetti, strettamente collegati:
-
abitare il
luogo, cioè stabilire un rapporto attento ed equilibrato con la
storia ambientale e culturale del
luogo in cui viviamo: un equilibrio “capace di futuro”;
-
ristabilire il diritto
alla parola per tutti, attraverso la creazione di luoghi della
parola in cui ciascuno possa
prendere le decisioni che riguardano il futuro del luogo in cui vive.
Il diritto alla parola consiste innanzitutto nel riconoscimento
della dignità delle culture e dei linguaggi (i dialetti,
le lingue, le forme espressive), specialmente nelle loro forme più aperte
e contaminate, il cui valore sta in ciò
che
si ha da dire più che nella forma in
cui si dice. Ciò implica la creazione di spazi
di ascolto e la ricerca della
chiarezza come fattore di democrazia.
Culture e
linguaggi oggi sono in rapida evoluzione, per la circolazione delle
persone, i nuovi arrivi, l’intreccio con i
mezzi di comunicazione di massa e le nuove tecnologie: non ci interessano
dunque le difese delle culture o le loro
purezze (presunte), ma al contrario il loro rinnovamento e le nuove
tradizioni, i contatti e le contaminazioni.
Le culture
locali sono (da sempre) il prodotto unico e originale delle contaminazioni
tra le diverse culture che si
incontrano su uno specifico territorio, delle risonanze
che esse assumono in esso rispetto ai fattori che lo
caratterizzano: ambiente, cultura, storia. Tali risonanze
consentono di abitare il luogo
in modo più pieno.
Oggi, il
problema più complesso rispetto al luogo
è quello di lavorare sulle città, perché possano evolvere in
città sostenibili attraverso scelte su temi come la vicinanza,
la pedonalità, la riduzione del rumore,
gli spazi
di conversazione, il rallentamento,
e così via.
Il
lavoro sulle culture locali non implica solo la “riscoperta” di una
ricchezza espressiva o di appartenenza, ma
anche la possibilità di esser presenti sulla scena europea e mondiale con
proprie proposte, con propri prodotti,
capaci di dare anche un futuro economico e di produrre occupazione.
Su questa
articolazione di temi sta ormai crescendo molto movimento, anche da noi; e
soprattutto si sta facendo
strada l’idea che ci sia spazio per una discussione sul futuro, in
rapporto a quei beni fondamentali che il mercato
non regala, e lo stato non sempre garantisce: una vita lunga e sana,
l’istruzione, l’inclusione sociale, la dignità della
propria cultura, la capacità di decidere…
Il tema centrale della rivista sarà dunque l’indagine su quanto si
muove nel territorio sui temi dell’equilibrio
territoriale e delle diversità
(bio-culturali): il progetto di risonanze
perciò sarà basato sulle interviste
alle
persone, ai gruppi, ai movimenti, come narrazione in prima persona nella quale possono trovar
espressione
le motivazioni e le convinzioni degli intervistati.
La redazione
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