La città

C’è una riflessione di Schibel che vorrei sottolineare: i mezzi di trasporto non hanno accorciato i tempi degli spostamenti in città, perché il tempo che una volta si impiegava camminando, oggi lo si impiega per spostarsi in macchina. Dunque l’automobile non ci fa guadagnare tempo; in compenso, un uso esclusivo dell’automobile, anche per piccoli spostamenti, ci fa perdere molti altri vantaggi dell’andare a piedi: prima di tutto, ci fa perdere gli incontri occasionali, le occasioni impreviste, le sorprese del luogo. Con la macchina, vado da un luogo noto (ad esempio la casa) ad un altro luogo noto (un’altra casa, il luogo di lavoro, il ristorante, una festa…): in mezzo non c’è niente, non incontro nessuno, vedo sempre gli stessi semafori e le stesse rotonde. Tutto il tempo del viaggio diventa così inutile, e fastidioso. Per questo, forse, tanti si mettono a telefonare in macchina. Ciò che manca, dunque, è lo spazio comune, tra la partenza e l’arrivo, fatto di luoghi pubblici. La città diventa allora un sistema di strade di scorrimento tra un luogo privato ed un altro, senza alcun nesso tra loro. Una città sostenibile è invece una città che prevede spazi pubblici, piazze, panchine, luoghi di conversazione, una città in cui le vie e le piazze non servono solo per andare altrove ma servono per stare, per parlare, per fermarsi.

                                                                                    (Renzo Zuccherini)