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Intervista a Furio Colombo
Deputato, giornalista e scrittore, Furio Colombo
è direttore del quotidiano "l’Unità". E’ stato
professore alla Columbia University e ha diretto l’Istituto italiano di
cultura a Nuova York.
Ha realizzato decine di servizi giornalistici e documentari per la rai. I
suoi libri più recenti sono
Confucio nel computer (1995), Il
candidato (1999) e La vita imperfetta
(1999). La redazione di
"risonanze", al termine di una conferenza tenuta a
Perugia il 6 aprile di quest’anno, organizzata
dal coordinamento dell’Ulivo, ha posto al prof. Colombo alcune domande
sul tema
dell’informazione in rapporto alla democrazia.
Nell’epoca del monopolio berlusconiano
dell’informazione, quali spazi e forme vedi per la
comunicazione democratica?
Quel che resta della stampa libera, nessuna
televisione, interviste purché in diretta, mai "Porta a
porta": se "piazza" vuol dire cittadini, incontri,
iniziative auto-organizzate, incontri nelle scuole,
associazioni e vita democratica, questa è senza dubbio la strada
naturale, il giusto punto
d’incontro. Altre comunità di cittadini in altri Paesi, in momenti
cruciali, hanno cambiato le cose
esclusivamente con la propria iniziativa, il proprio impegno, la decisione
di non rassegnarsi.
La sinistra ha avuto una grande tradizione
nella carta stampata: come mai oggi trova
grandi difficoltà a costruire uno spazio di comunicazione nell’editoria,
nella televisione,
in internet?
Il fatto è ormai noto a tutti:
1. concentrazione delle testate in
poche mani: non di editori ma di gruppi
finanziari-imprenditoriali con interessi molto più vasti della
comunicazione;
2. concentrazione del controllo pubblico-privato di televisioni e
radio nelle mani di
una stessa persona, Presidente del Consiglio, di Mediaset e di
Publitalia (attraverso
cui controlla anche ciò che non possiede);
3. l’assoggettamento spontaneo, per convenienza o intimidazione, di
moltissime firme
del giornalismo.
In che modo un quotidiano nazionale può
dar voce alle esperienze ed alle iniziative locali?
Per quanto riguarda "l’Unità",
ci siamo posti l’obiettivo di accogliere tutte le voci, tutti i segnali,
tutti gli annunci.
Questo è un compito essenziale che il giornale si propone di continuare a
svolgere sul piano
nazionale e locale in tutti i modi possibili.
Secondo te, nella attuale tendenza alla
globalizzazione e alla concentrazione monopolistica
dell’informazione e della cultura, è utopistico un sistema di
informazione locale (anche
con mezzi tradizionali come la stampa) che dia il diritto di parola a chi
ha qualcosa da
dire sulle decisioni che incidono sul luogo in cui vive? e quali
caratteristiche dovrebbe
avere?
Internet, posta elettronica e notiziari
("newsletter") - tanti notiziari ciascuno con dieci,
cento,
cinquecento indirizzi – sono strumenti utilissimi. Occorre
tempestività, chiarezza di propositi,
obiettivi realistici, vicini, visibili e un linguaggio chiaro. Funziona
sempre.
In rete:
www.unita.it
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