Biologico
Partendo dal presupposto personale che tutta l’agricoltura non biologica dovrebbe essere messa fuori legge, o etichettata con nuoce più o meno gravemente alla salute, partendo da posizioni dure dove addirittura il consumatore dovrebbe essere messo nella condizione di non scegliere, perché il fumo è una opzione che deriva da una nevrosi o da un vizio, ma il bere e il mangiare no. Convinta che non dovrebbe esistere agricoltura non biologica, per non mettere il consumatore nella condizione di poter sbagliare, e che al consumatore dovrebbe rimanere la scelta del tipo di prodotto, le modalità per cucinarlo ecc.., la possibilità di decidere, secondo coscienza, sulla base di variabili che derivano dalle combinazioni di gusto, filosofie sottese che proiettano simbologie sui cibi, risultati di ricerche scientifiche e ragioni di salute, cultura o tradizione. Ma nella ferma convinzione che l’agricoltura che non inquina dovrebbe essere l’unica agricoltura possibile, si evince che la domanda chiave di fronte al teschio-mela, pera, pomodoro, zucchina o cereale dovrebbe essere: inquina o non inquina le falde acquifere, fa morire la terra, può creare accumulo di sostanze tossiche nell’organismo, può contaminare l’agricoltura da Ogm senza lasciare scelta? E partendo da tali accertamenti, da supportare con ricerche scientificamente corrette e rigorose, intervenire legalmente con disegni di legge che non siano solo a favore del biologico, ma che siamo soprattutto in grado di bandire una agricoltura che continua a mortificare il concetto di salute e ambiente.
Certa che altre 10 mila cose azioni comportamenti sostanze della nostra vita quotidiana ci minacciano dall’interno e dall’esterno (viviamo in mezzo al traffico, lavoriamo con i computer, le lavatrici, i cellulari e quant’altro, ci inquinano con le diossine degli inceneritori e l’acqua è piena di nitrati e di coli, disinfettata con clori nocivi), confessando di cadere in errore, come tutti, per consuetudine e sopravvivenza, per carenze di spazi e di tempi, per stanchezza e pigrizia alle trappole del male di vivere, rea confessa e aspirante alla perfezione, ritengo necessari dei supporti o rinforzi che sostengano il cittadino psicologicamente e concretamente, e non si faccia dell’etica spicciola, perché non ci tartassano forse con qualsiasi cosa per farci comprare questo o quello? oltre che desiderosa di saperne sempre di più, (affinché i miei gesti quotidiani siano guidati da una convinzione sempre più forte), partita con gli impeti radicali, con le mie certezze ingenue e genuine, ecco che il Presidente dell’Aiab mi fa conoscere la dura realtà: mi mette di fronte alla condizione di dover lavorare "nel e sul proprio", ma in una condizione di dovuto rispetto dell’agricoltura tradizionale, non poter urlare che essa è sbagliata, e pretendere ragione e giustizia, ma dover guadagnare terreno, quasi chiedendo scusa, scusa se probabilmente ho ragione, scusa se esisto, discretamente, in una falsa condizione di dover riconoscere la dignità di chi tradisce la migliore etica per il profitto, non bisognerebbe più tollerare un sistema che tradisce la natura. Ho grande ammirazione per l’operato di chi lotta per il domani e affinché un domani sia ancora possibile, quello di tutti. Forse si poteva fare di più in sede decisionale per dare più capacità di espansione al bio? Come ha detto lo stesso Vizioli, usare meglio i fondi, messi a disposizione dalla Cee, prevedere contributi per tecniche alternative ai pesticidi, tappare meglio i buchi per impedire l’entrata degli Ogm… Rispetto a tutto questo, sono convinta della necessità di un dialogo costruttivo, anche duro, tra le parti, affinché non si disperdano energie a combattersi tra alleati, ma si lotti uniti contro il nemico comune, che è rappresentato, oltre che dalle multinazionali, dalle verità-convenienze cristallizzate con cui gli uomini alimentano la loro sopravvivenza, anche se il "nuovo" o se vogliamo "vecchio" bussa alla porta e parla alla ragione e al cuore. Ritengo che la politica dovrebbe anche saper esercitare una funzione di formazione in nome di bene comune, e non relegare alla sola domanda di mercato il segno della maturazione per un cambiamento vero ed effettivo; così ci si attiene alla ragione dei tanti che continuano a dire che la terra è ferma, anche se noi siamo tutti con Galileo che dice: "Eppur si muove!"
Marta Ponti