La Piccola Cooperativa Terra di
Montegiove
Intervista ad Alessandro
Caciotto e Alessandra Amori
NEL BORGO DEL CASTELLO DI
MONTEGIOVE, DA CUI I LORO COETANEI SI ALLONTANANO, ALCUNI GIOVANI
HANNO FATTO UNA SCOMMESSA: RIUSCIRE A VIVERE METTENDO A FRUTTO LE
CARATTERISTICHE NATURALI,
STORICHE E CULTURALI DEL POSTO. SIAMO A UN TAVOLINO DEL RISTORANTE "CANTAGALLINA"
E, MENTRE
PASSA LA GENTE DEL POSTO E SI FERMA CON NOI, NE PARLIAMO CON ALESSANDRO
CACIOTTO, UNO DEI
PROMOTORI DELL’INIZIATIVA, CHE RICORDA UN’ESPERIENZA STRAORDINARIA: IL
CONTATTO CON I LUPI DEL
MONTE PEGLIA.
Alessandro:
La cosa è cominciata quattro estati fa, tra qui e Greppolischieto era
stata segnalata una piccola popolazione
di lupi; era luglio: abbiamo provato a fare dei richiami per lupi,
ma con scarse speranze. E invece ci hanno risposto, tre
adulti e i piccoli, e hanno cantato con noi quasi per un’ora. E’
una grande emozione quando ti rispondono e cantano con te.
Come è nata la
cooperativa?
Alessandro:
Tutto parte da un lavoro decennale per la valorizzazione del territorio
tra il Peglia e il Montarale: in questi
dieci anni abbiamo maturato una rete di conoscenze e soprattutto la
consapevolezza del valore del territorio e delle idee
per cercare di tirar fuori una occupazione localmente: in queste zone, in
realtà, problemi occupazionali non ci sono, però
bisogna andare a fare l’operaio a Tavernelle o a lavorare a Perugia o in
un altro centro; e allora abbiamo pensato di unire
le due cose: valorizzare il territorio con dei lavori di servizi per l’ambiente
e il turismo, e creare occupazione locale.
Così abbiamo deciso di formare una cooperativa, nel gennaio del
2000. Un piccolo paradosso: io ho provato per ben due
volte a contattare tutti i giovani maggiorenni di Montegiove e del
comune di Montegabbione per avviare la cooperativa,
ma non se l’è sentita nessuno; e ora nella cooperativa ci siamo io, che
sono veterinario e abito a Montegiove, due ragazzi
laureati in scienze naturali e provenienti da Roma e addirittura
dalla Ciociaria; poi c’è Matteo Ragnacci, l’unico qui di
Montegiove, che si occupa della cucina, e un signore tedesco che si chiama
Gunter Mittelzwei che organizza escursioni
con muli someggiati.
La cooperativa era basata
su tre linee guida: la prima, che ci garantiva anche un reddito più
immediato, è la gestione del
ristorante "Cantagallina"; la seconda è la realizzazione di
percorsi di sentieristica e l’accompagnamento come guide; e
la terza è la gestione di un ostello per la gioventù, che si realizzerà
qui a Montegiove. Allo stato attuale, il ristorante va
bene, l’escursionismo ogni anno prende più piede, mentre per quello che
riguarda la realizzazione dell’ostello va dato
atto al Comune e alla Regione di un grosso impegno, superiore ai
cinquecento milioni di lire (duecentocinquantamila euro),
anche se i lavori pare che inizieranno questo novembre (2001). L’ostello
avrà circa trenta posti, e avremo bisogno di altre
persone per far fronte al lavoro.
Ora stiamo realizzando e
gestiremo il Centro di documentazione su flora e fauna che verrà
realizzato nel casale Settefrati
nel Monte Peglia. Questa è una delle zone più intatte dell’Umbria ed
ha una ricchezza faunistica notevole.
(Nel frattempo è arrivata
Alessandra Amori; le chiediamo): Quindi avete utilizzato le vostre
conoscenze
scientifiche di laureati per basare le attività sul territorio.
Alessandra:
Si, io ho fatto la mia tesi di laurea sul lupo in questa zona. Quest’anno
non siamo certi che il lupo sia tornato;
ci sono stati riferiti degli avvistamenti. Si tratta sempre di
piccoli numeri, perché questa valle è incassata fra la E45 e
l’autostrada, quindi non hanno possibilità di sbocchi: sono arrivati
fino a cinque adulti.
Anche il lavoro sulla
sentieristica è legato alle conoscenze sugli animali.
Alessandro:
Si. I percorsi sono pensati a piccoli anelli, di una brevità tale che
possono essere fatti in mezza giornata,
ed in modo che evidenzino dei punti di particolare bellezza naturalistica,
o anche delle emergenze archeologiche, storiche:
ad esempio il sistema dei castellieri dell’età del ferro, il
convento francescano della Scarzuola, le torri medievali, il castello
di Montegiove.
Alessandra:
A questo è abbinato il lavoro di educazione ambientale con le scuole, sia
in classe sia nelle escursioni.
Con un gruppo di Città della Pieve abbiamo fatto un’esperienza di
campeggio con attività naturalistiche, gioco, il bagno al
torrente… Il Progetto "Scambio di saperi" consiste nello
scambio di metodologie sull’educazione ambientale e su come
l’educazione ambientale possa diventare un beneficio economico per il
territorio. Stiamo cercando di allacciare relazioni
con altre cooperative, ed anche con agriturismi. Nel convegno di Fabro di
maggio, abbiamo unito in un percorso che si
chiama "A spasso nel tempo" tutte le cooperative e le
associazioni che lavorano sul territorio. Un’esperienza particolare
è stata realizzata con "Città del sole", che è una fondazione
destinata ai disabili: abbiamo collaborato a fare passeggiate
naturalistiche, giochi, ecc., che potessero coinvolgere anche persone con
difficoltà.
Nella nascita della vostra
cooperativa, c’è secondo voi un rapporto con i convegni organizzati qui
a
Montegiove sul tema dell’Intercultura?
Alessandro:
Si, specialmente gli ultimi due sono stati impostati da Karl-Ludwig
Schibel proprio sulla possibilità di creare
economia e risorse sviluppando la cultura locale ed i servizi al
territorio: quindi la nostra cooperativa era anche lo spunto
per dare un esempio che potesse ripetersi in altre situazioni.
Per avere informazioni
sulle escursioni e le altre iniziative della Coop. Terra, la posta
elettronica è
coopterra@hotmail.com
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