Vedete, per me una delle ragioni fondamentali della guerra all’Iraq è la creazione del nemico, per avere abbastanza ragioni per armarsi, per andare avanti con una guerra dietro l’altra. Stiamo assistendo a una guerra atroce, ma non si può parlare di nessuna sconfitta. Provate a pensare quello che è avvenuto nel giro di sei mesi, solo in questo paese: è assolutamente incredibile, se mi aveste detto a settembre che avremmo visto quello che abbiamo visto in questi sei mesi, non ci avrei mai creduto. Siamo partiti in quattro gatti, a settembre metà del popolo italiano voleva la guerra, e poi c’è stata Firenze; il 10 dicembre, su tutte le piazze con fiaccolate, e si è andati avanti in crescendo fino a Roma: oltre tre milioni di persone; e inoltre tutta la gente che si è mobilitata in tutte le città, nello stesso tempo: pensate che razza di mobilitazione c’è stata sulla guerra. È stata una giornata di festa, di vita; è stato bello che i politici non hanno neanche chiesto di dire una parola. Notate che allo stesso tempo, nello stesso giorno, oltre cento milioni di persone hanno marciato nel mondo: non era mai accaduta una cosa del genere. Notate la possibilità della globalizzazione; ecco perché non mi piace essere chiamato "no-global" o "new-global". Il New York Times ha detto che quel giorno è nata la seconda superpotenza, "l’opinione pubblica" mondiale. Io preferisco parlare di "società civile" organizzata, che il 15 febbraio per la prima volta ha avuto quasi una "natività" mondiale. In Italia abbiamo la miglior società civile organizzata d’Europa: non c’è nessun paese che ha la ricchezza alla base che abbiamo noi, e tutti ce la invidiano, come ci hanno invidiato Firenze, ci hanno invidiato Roma, per la ricchezza di gruppi, gruppuscoli, cooperative, organizzazioni popolari che abbiamo in questo paese; una ricchezza enorme. Ecco, questa è la società civile organizzata: e il N.Y.Times ha ragione, perché la superpotenza America dovrà ora ascoltare; potrà fare la propria strada, potrà dichiarare guerra, ma io sono profondamente convinto che alla fine ne uscirà sconfitto chi l’ha dichiarata. Ne sono profondamente convinto, perché con la gente, alla fine, non si scherza, perché è gente, a livello mondiale, che ha preso coscienza di certe cose e che non può accettare di andare avanti così. Alex Zanotelli (Perugia, Sala dei Notari, 7 aprile 2003)
|
||
|
||