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Tutte le voci del Coro "Voci dal
mondo"
Intervista ad Alberto
Bustos
Il Coro "Voci dal
mondo" è formato da oltre venticinque
giovani, italiani e stranieri, tenuti insieme dalla passione
del canto e dalla tenacia del maestro Alberto Burgos.
A lui chiediamo notizie sull’origine del gruppo, e sugli
scopi che lo sorreggono.
Il nostro coro è nato a
metà degli anni Ottanta, a partire dalla
tendenza sudamericana di trasformare la cultura popolare, molto
ricca, dell’America latina, in manifestazioni che possano arrivare
anche nei teatri. Con quest’idea, io cominciai in Argentina
(prima come corista, quando avevo diciott’anni, e come direttore
di coro già da quando avevo vent’anni), a fare degli arrangiamenti
di brani provenienti dalla cultura inca, dalla cultura maia, ecc., per
dare loro uno spessore tecnico maggiore e renderli più interessanti
e accattivanti per il pubblico dei teatri. Praticamente, si facevano
concerti in due parti: una di musica sacra, con mottetti, e musica
profana con madrigali, e una seconda parte con musiche popolari,
folcloristiche ed etniche. Venendo in Italia, nel 1987, trovai i cori
molto lontani dall’interesse del pubblico, ho visto una lontananza
fra quello che il pubblico vorrebbe sentire e quello che il coro fa; molti
cori non sono divertenti, né per un pubblico adulto né soprattutto per
i bambini. Questa attività bellissima, che arricchisce molto le persone,
dovrebbe far presa sui bambini e sui giovani, invece non c’è questa
cultura come c’è in America Latina. Gli stessi coristi si stancano di
fare sempre le stesse cose, quindi c’è una grande diserzione,
soprattutto fra gli uomini, che preferiscono stare al bar che andare a
cantare nei cori. Quindi, quando io ho cominciato a lavorare qui a
Perugia in una scuola di musica, ho subito avuto l’idea di formare un
coro con queste caratteristiche. Alla prima prova c’erano solo tre
persone,
e purtroppo erano tre maschi, non c’erano voci femminili; la prova
successiva sono venuti altri due, e così via, fino ad arrivare alla media
attuale di venticinque-ventotto persone, che, per la realtà di Perugia,
è un buon numero, soprattutto perché sono tutti ragazzi fra i venti e i
trent’anni.
Chi sono questi ragazzi?
Questi ragazzi sono in
buona parte di Perugia, e altri, come è la stessa
realtà della popolazione giovane perugina, vengono dalla Calabria,
dalla Sicilia, da varie regioni, e sono qui per studiare. Ci sono
anche
stranieri: attualmente abbiamo due ragazze tedesche, una giapponese,
una violinista del Tagichistan, e io che sono argentino. Fortunatamente,
già dai primi concerti, abbiamo risvegliato nelle persone che ci
ascoltavano
questa gioia di sentire, di cantare e di partecipare a quello che
stavamo
facendo, che è poi il fine di quello che facciamo, cioè contagiare,
comunicare
in modo chiaro delle cose. Quindi ogni concerto lo facciamo con questo
spirito, non siamo chiusi in noi stessi, del tipo "se le persone
capiscono
bene, se non capiscono pazienza": no, noi vogliamo in ogni concerto
comunicare, spiegare perché facciamo questi brani, da dove provengono.
E da dove provengono le
musiche che cantate?
Noi facciamo musica dell’Argentina,
dell’isola di Pasqua, del Brasile;
adesso stiamo preparando un brano della Colombia; e poi America
Centrale, Cuba, Stati Uniti, Italia, Germania, Tagichistan, Africa…
stiamo cercando di fare un repertorio mischiato con tutti i paesi.
In quali occasioni avete
cantato?
Nei primi concerti, ci
siamo presentati a Perugia alla Sala dei Notari,
al Contrappunto, siamo stati invitati dall’Università della Terza età
per
cantare insieme al loro coro; poi siamo andarti alla Rassegna corale
della Toscana, alla Rassegna dei cori umbri, inoltre facciamo una
piccola rassegna corale noi, ormai al quarto anno.
La cosa che abbiamo percepito che piace di più al pubblico è l’originalità
di questo repertorio e quello che trasmette a livello di emozioni.
Poi siamo andati al Festival internazionale di musiche universitarie
in
Francia, a Belfort: anche lì abbiamo raccolto un grande successo.
Poi quest’anno siamo stati in Germania, a Tubinga ed abbiamo fatto
due concerti, con dei cori locali.
Quali rapporti avete, a
livello locale, con enti, istituzioni?
Ora noi ci stiamo
costituendo come associazione culturale, per poter
intraprendere rapporti con altre associazioni simili, con il Comune,
ecc.
Diciamo che le associazioni sono tante, e il Comune non riesce
sempre
a interessarsi a tutte le iniziative che sorgono; però c’è un
interesse;
ad esempio con l’Università della Terza età abbiamo rapporti buoni,
come con alcune Circoscrizioni, e così via.
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