SOMMARIO

Tutti i colori del cemento                                     


Le bombolette che segnano i non-luoghi

Intervista a Leonardo Papini e Carmine Bellino

IL MURO DI CEMENTO DEL SOTTOPASSO DI VIA CORTONESE, A PERUGIA, È ORMAI UNA SPECIE DI PORTO
FRANCO PER L’ATTIVITÀ ARTISTICA DEI GRAFFITISTI, UNO SCOPPIO DI COLORE IN UN TIPICO NON-LUOGO
SCAVATO NELLA CITTÀ. QUI, IMPEGNATI A DIPINGERE CON LE BOMBOLETTE, HO INCONTRATO LEONARDO
PAPINI E CARMINE BELLINO, CHE HANNO ACCETTATO DI SPIEGARMI CHE COS’È IL GRAFFITISMO, E COME
LORO VI SI SONO AVVICINATI.

Sono rimasto affascinato da riviste, filmati della televisione, tutta una serie di cose mi hanno avvicinato al graffitismo (writing).
 Io mi sono avvicinato a questa forma di arte a undici anni, non andando in giro con le bombolette ma semplicemente
stilizzando il nome su un pezzo di carta. Io penso che sia una forma di espressione dei sentimenti di una persona, perché
quando io mi metto a fare un disegno c’entrano anche le emozioni, i dispiaceri, la tristezza… Non per tutti è così: agli inizi
degli anni ’80 c’erano dei motivi politici; il writing è nato nei ghetti neri d’America come forma di ribellione, come espressione
 di marginalità; oggi i graffitisti più famosi hanno contratti ben pagati; si usa ad esempio commissionare i memoriali, muri
dipinti in memoria di un defunto; è anche considerato anche come il farsi notare, l’essere dappertutto con le scritte sui muri..
A me non piace fare una scritta sui muri che non ha significato: se faccio una scritta su un muro la faccio perché lo voglio,
so di poterlo fare e ci metto delle cose che hanno un senso, un valore.

Ho visto qualche volta una sigla, come una firma stilizzata e fatta dappertutto.

Si, c’è uno pseudonimo perché purtroppo non viene considerata una forma di arte legale. Non sono d’accordo, e come me
molti, nello scarabocchiare i monumenti perché sono comunque opera di un’altra persona, così come ho rispetto per il disegno
 suo (di Carmine) e non ci andrò mai a dipingere sopra, non vedo perché dovrei andare a fare una scritta mia su un monumento.

E allora cosa scegli some supporto dei graffiti?

C’è questo posto qui alla stazione, sennò in giro ci sono tanti capannoni abbandonati, cavalcavia della superstrada.
Dipingere i treni è una cosa che molti non concepiscono: ma tra noi graffitisti (writers) è considerato una forma migliore di
espressione perché il graffito è nato proprio così.

Quali sono i soggetti dei tuoi graffiti?

Innanzitutto ho un mio pseudonimo: cerco di caratterizzare il mio disegno prendendo le lettere e modificandole, allungandole,
cercando di renderle originali. Molti dicono che non si capisce che cosa sia; certo, essendo una forma d’arte ci sono vari stili,
 un tempo poteva essere la tridimensionalità del Masaccio così come noi abbiamo la nostra colorazione.
La nostra scrittura non si capisce come all’inizio non si capiva Masaccio la prima volta quando ha fatto il Cristo morto; e
anche questa attività ha delle basi di arte. Per capire la mia scrittura direi: guarda, c’è una linea primaria, la segui e da qui
arrivi a vedere la scritta.

Questa forma artistica ha a che vedere con il degrado della città, in positivo o in negativo?

Spesso è considerata una forma di delinquenza, o di vandalismo: non si distingue tra le scritte che può fare chiunque e
qualcosa di diverso. Il nostro scopo non è devastare o imbruttire, anzi spesso lo facciamo anche per decorare.

Come lavorano i graffitisti?

Il graffitismo è praticato da vari gruppi, che hanno degli pseudonimi, che possono essere delle sigle. Una delle prime sigle, a
Perugia, è stata quella dei mitici USM; oggi, tra le sigle più attive ci sono i POT, i GHOST, gli HCSM, i WSC ed altri.
Penso che siamo un centinaio, una dimensione abbastanza ampia. Noi siamo in quattro, stiamo insieme da circa un anno,
anche se la prima vera cosa tutti quattro l’abbiamo fatta l’altro ieri. Una cosa molto bella è che ho degli amici, di cui non voglio
fare il nome, che sono andati all’estero a conoscere altre persone, si sono legati con loro; un amico sta scrivendo un libro sulla
 storia dei graffiti in Italia. Ecco, un ragazzo, un semplice ragazzo che dipinge, che non è niente, però per una certa nicchia di
persone è preso come punto di riferimento, come modello da seguire. Non penso che ci siano limiti di età: io anno dopo anno,
non per vantarmi, ma sono arrivato a essere considerato nella zona perugina uno che sa fare un disegno.

Dicevi che non viene considerata una forma legale.

Molti dicono che non abbiamo coscienza di quello che facciamo. Io però so che se mi prendono, c’è un riscontro legale, una
multa; però per un disegno sui treni la multa è di tre milioni e mezzo e la pulizia del vagone a proprie spese. Quindi non so
quanto convenga; e allora perché lo fanno? non c’è una spiegazione logica: perché mi va… perché il treno è il mezzo che fa
girare di più il disegno, la fa vedere in tante città, e dai graffitisti è considerata una forma maggiore. Io tante volte, facendo un
disegno, mi sono chiesto: ma perché lo faccio? quale è lo scopo? Lo scopo è vedere io miei disegni, come un pittore che
dipinge e non vende i quadri. Io guardo il graffito con un occhio critico; ma ci sono persone purtroppo che non hanno rispetto,
che rovinano.

E’ una forma individuale o di gruppo?

Il graffitismo è legato alla cultura hip-hop; io preferisco una festa in cui tutti sono legati dalla stessa cosa, con una musica
morbida in un locale hip-hop dove posso confrontare idee, disegni, conoscere gente, piuttosto che passare una sera in
discoteca con estranei, con la musica che non riesco niente a parlare. Se ho voglia, un pomeriggio chiamo gli amici e
andiamo a dipingere un pezzo; in gruppo si possono fare anche le murate, cioè si prende un muro molto grande, ognuno fa
la sua scritta, oppure farle a tema. In gruppo è più divertente, ci si consiglia sui problemi… Se c’è una critica da fare, sono
sicuro che gli amici sono i primi che la fanno, con sincerità: sono banalità, piccolezze, però…

 

 in rete:

il principale sito su questa espressione artistica è www.graffiti.org: al suo interno, la rubrica Featured artists
(artisti rappresentati) contiene, in ordine alfabetico, le schede di numerosi artisti, tra cui molti italiani.
Numerosissimi i collegamenti a siti analoghi di tutto il mondo.