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Rastrellamenti sulla montagna
Ricordi della deportazione in Germania dalla montagna
folignate
UNA CLASSE DEL LICEO "F. FREZZI" DI FOLIGNO,
GUIDATA DA OLGA LUCCHI, LAVORANDO
SUL PERIODO DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE NEL TERRITORIO FOLIGNATE SI È
IMBATTUTA
IN UN ELENCO DI 94 PERSONE, TUTTI UOMINI, CATTURATE DAI TEDESCHI E DEPORTATE
IN
GERMANIA: NUDI NOMI, DIMENTICATI DAI PIÙ. MA CHI ERANO QUEGLI UOMINI, QUEI
RAGAZZI? E PERCHÉ ERANO STATI PRESI? E QUANTI ERANO TORNATI DAI CAMPI DI
CONCENTRAMENTO O DAL LAVORO FORZATO? PER DARE UNA RISPOSTA A QUESTE E
TANTA ALTRE DOMANDE, GLI ALUNNI E LE ALUNNE HANNO AVUTO L’IDEA DELLE
INTERVISTE, CIOÈ DI CERCARE CHI ERA TORNATO O I PARENTI DELLE VITTIME E
CHIEDERE
LORO DI FARSI RACCONTARE QUEI TRAGICI MOMENTI. OLGA LUCCHI DICE CHE PENSAVA
CHE, DOPO TANTO TEMPO, I RICORDI FOSSERO ORMAI SBIADITI: ED INVECE HA
SCOPERTO
UN MONDO DI EMOZIONI VIVE, INDELEBILI; UNO SGOMENTO, UNA FERITA, UN DOLORE
CHE SPESSO IMPEDIVANO ALLE PERSONE DI PARLARE: IL SENTIMENTO PROFONDO DI UNA
INGIUSTIZIA PATITA E RIMASTA SENZA VOCE PER TANTO TEMPO. DA QUEL LAVORO È
NATO
IL VOLUME CURVE NELLA MEMORIA… ANGOLI DEL PRESENTE, CURATO DALLA
STESSA
OLGA LUCCHI, CHE RIPORTA CIRCA TRENTA INTERVISTE E RACCONTI. NE ABBIAMO
SCELTO UNO.
Giacomo Melelli (12 maggio 1904 - 25 maggio 1945)
Racconto del figlio, don Marzio Melelli
Sono figlio di un partigiano, deportato in Germania dopo il
rastrellamento che i tedeschi effettuarono sulla montagna
del folignate. Quella mattina, il 3 febbraio del 1944, io ero bambino, sei
anni, ricordo bene, benissimo… quelle
scene. Io da bambino mi alzavo presto, avevamo una piccola stalla di mucche,
mi pare erano tre o quattro,
avevamo qualche piccolo appezzamento di terra, non dico che era la povertà
più nera, ma eravamo una famiglia
disagiata. Mi ricordo che con il mio papà andammo ad abbeverare le mucche,
allora non c’erano quelle stalle…
c’era il fiume lì nel paese; di ritorno a casa trovammo la casa piena di
SS. Cominciarono a rovistare, perché si vede
che avevano avuto qualche notizia sull’appartenenza di mio padre al
movimento dei partigiani.
Avevano messo casa sotto sopra, avevano trovato due cartucce, due di numero,
di un fucile, ma da caccia era…
Con l’accusa di queste due cartucce, raus raus raus, lo prendono,
lo strappano via, pensate che scena, io bambino,
la mamma le sorelle gli andiamo dietro, corriamo, c’è una piccola piazza,
c’era un camion pronto con altri, e da quel
momento io non l’ho visto più.
Adesso vi do qualche notizia su dove lo portano: il giorno a
Foligno, la sera a Perugia, il carcere di Perugia, e lì
rimase fino al 9 di maggio; da lì lo portano a Fossoli, vicino Modena,
sempre prigioniero, e ci rimane fino al 21 giugno.
Dal 21 giugno a Mauthausen, e lì rimase fino al giorno della
liberazione quando entrarono le truppe alleate, il 5 maggio
1945. C’era un fuggi fuggi generale… e da quello che hanno
dichiarato due persone che sono tornate al paese, papà
era vivo, però ridotto proprio una larva, una larva umana. Appena hanno
cercato… papà era ancora più deperito… di
prendere qualcosa, perché la fame, immaginate no? Quello che era
stato per questi disgraziati; aveva ingoiato
un po’ di latte, non tutto insieme, e ha avuto un fortissimo deperimento
organico. L’hanno portato in ospedale e da
lì è scomparso. Sappiamo solo che ha resistito fino al giorno della
liberazione, poi è scomparso, sparito in
quell’ospedale, dov’è sepolto? Uno di quelli che è tornato a Scopoli,
Primo Micheli, ha reso questa
testimonianza: "Dopo essere stato per 11 mesi in vari campi di lavoro
fu liberato il 5 maggio 1945 dalle truppe
americane ma dovette subito essere ricoverato in un ospedale militare per il
grave deperimento e circa una ventina
di giorni dopo lasciò la vita in detto ospedale nei pressi di Linz".
In libreria:
Il volume Curve nella memoria… angoli del presente.
La deportazione in Germania dalla montagna
folignate, a cura di Olga Lucchi, Foligno 2002, è in vendita nelle
librerie di Foligno.
In rete:
Le interviste possono esser lette anche nel sito www.deportati.it
della Associazione nazionale ex-deportati (Aned).
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