SOMMARIO                                

Il ritorno della guerra

Intervista a Giulietto Chiesa

SIAMO AL XVI CONVEGNO NAZIONALE DI STUDI "IL RITORNO DELLA GUERRA",
ORGANIZZATO DALLA RIVISTA "L’ALTRA PAGINA" NEL SUGGESTIVO SCENARIO DI VILLA
MONTESCA NELLE COLLINE VICINO A CITTÀ DI CASTELLO. PER DUE GIORNI SI ALTERNANO
I CONTRIBUTI DI PERSONAGGI SUL TEMA DELLA GUERRA COME SISTEMA DI GOVERNO DEL
MONDO. ABBIAMO SENTITO GIULIETTO CHIESA, GIORNALISTA ESPERTO DI POLITICA
INTERNAZIONALE ED INVIATO SPECIALE IN AFGHANISTAN.

Il suo ultimo libro si intitola "La guerra infinita"; secondo lei quali sono le caratteristiche peculiari di
questo conflitto?

Diciamo che siamo entrati nell’età dell’impero, l’epoca è cambiata. La nostra vita sta cambiando in modo radicale
e noi ci troviamo dentro ad una svolta che non ha precedenti nella storia dell’uomo. Qui non c’è niente di già visto.
Anche se è stato dipinto come un conflitto fra culture antitetiche, uno "scontro di civiltà": in realtà non è altro che
una guerra per imporre il modello di consumo americano in tutto il mondo. E’ una guerra contro la povertà ed è
per questo che è infinita, perché terminerà solamente con l’eliminazione di tutti i poveri.

Lei dipinge per il futuro uno scenario apocalittico: 2017, guerra fra Cina e Stati Uniti. Su cosa si basa
questo tipo di analisi?

Innanzi tutto sul fatto che, ad oggi, la Cina è l’unica potenza mondiale in grado di prendere decisioni
indipendentemente dalla volontà di Washington. Quando, in un futuro prossimo, anche il mercato cinese sarà
completamente diventato di tipo occidentale, lo scontro per l’egemonia sulle risorse produttive sarà inevitabile.

E in questa realtà che ruolo gioca l’informazione?

La popolazione dell’occidente è stata lobotomizzata e non è quindi in grado di elaborare autonomamente
l’immenso flusso informativo in cui è immersa. L’intero mondo che noi vediamo in realtà non esiste, ma sono i
media ad offrirci delle informazioni completamente rovesciate. Basti pensare a quello che c’è stato raccontato sul
terzo aereo che sarebbe caduto sul Pentagono l’11 settembre; da immagini e testimonianze risulta che non è mai
esistito un terzo aereo kamikaze. E’ quindi fondamentale per il nostro futuro, che esista una comunicazione
realmente democratica e libera. (Filippo Costantini e Giulia Matteini)