SOMMARIO

LA CITTÀ DEL SOLE                                  


QUANDO LA DIVERSITA’ INVENTA RISORSE

Intervista a Clara Sereni

DI MESTIERE SCRITTRICE, CLARA SERENI - DI LEI CI PIACCIONO LE BELLE INVENZIONI NARRATIVE SOSPESE
TRA SOGGETTIVITÀ INTENSA E PASSIONE SOCIALE,POLITICA ,TRA LE ALTRE CASALINGHITUDINE, EINAUDI 1987;
 MANICOMIO PRIMAVERA, GIUNTI 1989; IL GIOCO DEI REGNI , GIUNTI 1993 – CITTADINA DI PERUGIA PER SCELTA,
 NEL 1995 HA SPERIMENTATO LA POLITICA DELLE ISTITUZIONI COME VICESINDACO AL COMUNE DI PERUGIA,
 DIMETTENDOSI DOPO DUE ANNI "UN PO’ AMMACCATA" ; SI DEFINISCE "ULTIMISTA"(TACCUINO DI UN’ULTIMISTA,
 FELTRINELLI 1998), CIOÈ DICHIARA DI STARE DALLA PARTE DEGLI ULTIMI "PERCHÉ A QUESTO MONDO
FINALMENTE – SE NON GIUSTIZIA – PUÒ ESSERCI, ALMENO, UNA SCELTA DI CAMPO NON AMBIGUA" . ED ANCHE
"MADRE HANDICAPPATA", CON UNA DI QUELLE DEFINIZIONI-CONCETTI FORTI, TIPICHE DELLA SUA SCRITTURA,
CHE SCOMPONGONO CON EFFICACIA UN’OTTICA CONSOLIDATA E RIDUTTIVA E COSTRINGONO A CONSIDERARE
 IL PROBLEMA HANDICAP NELLA REALE COMPLESSITÀ RELAZIONALE, ORGANIZZATIVA, SOCIALE. E DI QUESTO
 PARLIAMO CON LEI, FACENDOCI RACCONTARE LE SOLUZIONI INVENTATE PER FAR FRONTE A NECESSITÀ
FAMILIARI, PERSONALI, MA NON SOLO.

Abbiamo ideato, insieme a mio marito, Stefano Rulli, la Fondazione La citta’ del sole, con la competenza scientifica di
Carlo Brutti e di Rita Parlani Brutti, per dare una risposta innovativa, articolata e qualificata ai bisogni del singolo in un
contesto di cittadinanza reale e di ricaduta sociale. L’idea di base della Fondazione è che non si possono costruire
risposte per uno solo, soprattutto per la salute mentale occorrono progetti personalizzati ma inseriti in un processo di
ambiente allargato. È vero che lo stato ha il dovere di dare un numero massimo di possibilità e di interventi, ma poiché
le risposte di un sistema di assistenza sono generalizzate, difficilmente possono intervenire con attenzione adeguata
e mirata ai bisogni della singola situazione. Penso che lo stato debba creare le condizioni per dare spazio a soluzioni
altre rispetto a quelle costituite da un servizio pubblico. La nostra metodologia è quella di lavorare sui contesti per
renderli più recettivi, organici e diversificati, tali da comprendere al proprio interno anche chi ha bisogno di un aiuto in più.
 D’altra parte chi vive in queste situazioni di forte disagio si forma un tale accumulo di saperi dolorosamente sperimentati,
ne impara talmente tante di cose e di strategie da non doverle sprecare: diventano un patrimonio vario e ricco, che è utile
 condividere con tutta la collettività che si arricchisce in consapevolezza e competenze. Al momento la situazione della
psichiatria si è fermata, per varie ragioni, c’è stata una battuta d’arresto nella ricerca psichiatrica, è vantaggioso, quindi,
 riproporre risposte ed esperienze fatte su cui confrontarsi.

Parlaci delle forme di sperimentazione e di intervento messe in atto dalla Fondazione.

Un settore di intervento è il Progetto Prisma, che ha come obiettivo quello di costruire progetti di vita sulle 24 ore per
soggetti con problemi psichici e mentali, in base anche ad accordi con le strutture pubbliche, che garantiscono un
finanziamento almeno parziale dei progetti (vedi la nuova legge sull’assistenza della Regione dell’Umbria). Questi interventi
sono un valido aiuto per le famiglie e presentano risultati migliori con costi inferiori rispetto a quanto possa fare il pubblico
 o la famiglia da soli. Mettiamo al servizio della collettività anche una attività di counseling rivolta soprattutto alle famiglie,
attraverso la quale facciamo formazione, informazione e orientamento su leggi, associazioni, iniziative, su quanto c’è nel
territorio in materia di sostegno al disagio. Facciamo formazione continua alle persone che collaborano con noi, che hanno
con noi "un patto di cura". Seguiamo, poi, il settore della comunicazione con film e simili produzioni che possano
documentare le attività e i processi dei progetti , come per esempio il film Sto lavorando? di Daniele Segre in cui viene
ripresa un’esperienza di integrazione sociale e lavorativa nella Cittadella di Assisi. Il progetto Turismo per tutti è un‘iniziativa
di accoglienza-vacanza per persone con disagio fisico e psichico e le loro famiglie, in una country house,che si chiama
anch’essa La Città Del Sole, nella zona Monte Peglia-San Venanzo. Non ci si limita ad una semplice ospitalità, ma si
offrono situazioni di vacanza dotate di senso e di progetto, nelle quali si sperimentano varie forme di socialità e di
integrazione. Non si tratta di una struttura "a parte", che sarebbe contraddittoria ad ogni filosofia sociale, psicologica e
terapeutica; il senso giusto per vivere nella country house è la partecipazione di tutti, la coesione sociale e la solidarietà.
 È un luogo di felice accoglienza per tutti: in mezzo a grandi spazi verdi, con un ristorante di cucina umbra apprezzata,
camere e sale attrezzate per stage ed attività laboratoriali. Ricordiamo un’iniziativa simpatica: il secondo fine settimana di
 ogni mese c’è un invito conviviale intorno a un tema di cultura varia. Nel prossimo incontro (9/10 marzo) parleremo di
scuola, sempre con cucina tipica e vino locale!

Conosciamo la tua fiducia nell’associazionismo e nel volontariato, in tutte le forme di reciprocità che si basano
sulla convinzione che le soluzioni ai problemi nascono dal contributo di tutti; non è un caso che tu abbia portato
a Perugia l’esperienza della Banca del Tempo durante il tuo periodo comunale. Non credi che il volontariato
sia un modo per sostituire l’assenza dello stato quando vengono meno certi servizi al cittadino? E quanto è
presente il volontariato nella Fondazione?

Ti rispondo con le parole di Marco Revelli, che nelle ultime pagine del suo libro sul Novecento definisce il volontariato
come l’unica forma di militanza possibile. Ma basta semplicemente chiedere ad ognuno che vuole collaborare:
"A te cosa piace fare?" e trovi molte mani e menti in azione, e altro ancora. Ci sono delle prestazioni che non sono
monetizzabili, anche se alla fine producono denaro, e non tutto può diventare servizio. Nel volontariato c’è un quid di
diversità che non si può quantificare, si tratta di un valore aggiunto di affettività, di attenzione, di relazione.
Per esempio, possiamo anche fare più case di riposo per anziani, e farle bene, però gli anziani hanno bisogno di un
altro tipo di benessere, che è dato dal tipo di relazione. Io ho maggiore fiducia nella rete sociale e affettiva che si crea
e si moltiplica nelle azioni di volontariato; soprattutto nella salute mentale dove l’essere in relazione è la terapia più
importante. A proposito, è da notare il logo della Fondazione ideato e disegnato da Anna Belardinelli, in cui un gioco
di mani in comunicazione tra di loro, tessono, intrecciano e tirano fili che creano e inventano composizioni e situazioni.
Una parte rilevante delle attività della Fondazione è stata realizzata grazie al volontariato di amici e soci, a cominciare
dalle donazioni in beni utili per attrezzare la country house fino alla costruzione della piscina realizzata con i fondi della
Nazionale Italiana Cantanti. Ho contato circa settanta volontari che collaborano alle nostre attività, e penso che, se ci
sono tante persone che rispondono, può anche voler dire che l’idea attira, è valida, è una specie di conferma e di conforto
per il lavoro che si sta facendo. Sempre con lo sforzo e l’impegno di volontari abbiamo organizzato il Merendanzo
(in inglese sarebbe un brunch), di sostegno alla Fondazione, con vari eventi artistici, spettacolari, musicali e con un
mercatino di oggetti manufatti da amiche. Il prossimo Merendanzo è programmato per il 30 giugno 2002, e sono previsti
 una mostra dei disegni di Bucchi, il teatro di animazione di Mario Mirabassi, il teatro di Massimo Foschi, la musica della
 Scuola di Toscolano, e un ricco mercatino di originali oggetti.

Che cosa pensi accadrà della complessità handicap nell’attuale situazione politica?

È evidente che assistiamo al generale smantellamento del sistema delle garanzie e dei diritti, e ciò ricade maggiormente
sui deboli; pensiamo per esempio a che fine potrà fare la legge 68 sul collocamento obbligatorio per l’handicap con
l’abbattimento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Con il complessivo impoverimento economico pagheremo tutto
e ciò colpirà soprattutto i più deboli. E saranno a rischio maggiore i progetti più sofisticati ed elaborati. Quando si sta
peggio in una società, si fatica tutti di più e si registra meno disponibilità verso gli altri, ci si occupa meno degli altri.
Questa è una società che tende a negare i conflitti, la malattia mentale è sempre un conflitto che mette in contraddizione
le situazioni di fatto e di "normalità", questa non è una società disponibile al conflitto. Se non si riconquista dignità al
conflitto non ci sarà considerazione per il disagio mentale e psichico. Non è neppure questione di soldi, è questione di
come questi soldi vengono gestirti e per quali cose: per case organizzate tipo manicomi, per esempio?

Gli indirizzi:

· Fondazione La Citta’ del Sole Onlus, Via Quintina 73, 06087 Perugia - Tel. e fax 0755996337

· Country House La Città Del Sole, Voc.Casavecchia, 27 - 05010 San Venanzo (Terni) -
Tel.0758708206, fax 0758708235

· in rete: www.la-città-del-sole.com

· posta elettronica: cittadelsol@hotmail.com