SOMMARIO

I non-Stati Generali a Foligno                      


Il Movimento degli studenti disobbedienti

Intervista a Alessandro Perugini

UN NON AVVENIMENTO PUÒ DIVENIRE MOMENTO DI RISPOSTA POLITICA, COME NEL CASO DEI MANCATI
STATI GENERALI DELLA SCUOLA A FOLIGNO. NE ABBIAMO PARLATO AL CENTRO GIOVANI DI FOLIGNO CON
ALESSANDRO PERUGINI, CHE FREQUENTA IL QUINTO ANNO DEL LICEO LINGUISTICO. È UNO DEI PORTAVOCE
DEL MOVIMENTO STUDENTESCO CHE SI È RIBATTEZZATO "MOVIMENTO DEGLI STUDENTI DISOBBEDIENTI".

Piano piano, quasi spontaneamente, abbiamo cominciato ad incontrarci. Cresceva la consapevolezza di unire le forze
per dare una risposta a quanto come studenti stavamo considerando una assurdità: il taglio dei fondi alla scuola pubblica,
il finanziamento delle scuole private, la riforma dell’esame di stato come obiettivo depotenziamento della scuola pubblica
e generosa concessione a favore della scuola privata. Abbiamo cominciato ad incontrarci qui al Centro Giovani oppure al
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, uno dei circoli Arci di Foligno. Tutto si è sviluppato con riunioni, feste, cene e mobilitazioni settimanali.

Come avete reagito alla convocazione degli Stati generali?

A metà novembre è arrivata la notizia della convocazione degli Stati generali della scuola a Foligno: siamo rimasti un po’
così, quasi sbalorditi. È stato come un invito ad intensificare le mobilitazioni dentro le scuole e a prolungare le occupazioni
o le autogestioni. Era importante ribadire che nella discussione sulla scuola esistevamo anche noi studenti. Il movimento
si sarebbe mobilitato da tutta Italia. Improvvisamente ci trovavamo sulle spalle il difficile compito di organizzare l’accoglienza
 di folte delegazioni da Roma, Milano, Bologna, e di affrontare i non facili problemi logistici. L’ostello della città di Foligno?
 Troppo piccolo. Forse il Centro Fiera di Bastia Umbra. Mentre la festa mediatica degli Stati generali era programmata
nello splendido Auditorium di piazza S. Domenico della città nei giorni 19 e 20 dicembre 2001, il movimento per quegli
 stessi giorni avrebbe organizzato un incontro pubblico con la città e un corteo che dall’anello esterno avrebbe chiuso la
città: un assedio musicale di folla festante che fisicamente avrebbe chiuso il passaggio di porta Firenze, Porta Ancona,
Porta Todi e Porta Romana. Nei fatti un assedio musicale reso possibile proprio dalla struttura medioevale della città.
Nelle intenzioni degli organizzatori magari si sarà pensato a Foligno come città piccola e tranquilla, quasi una passeggiata
turistica alle pendici del Subasio. Ma giorno dopo giorno in città è cresciuta la mobilitazione. Consiglio comunale e Consiglio
 regionale si sono fatti interpreti della crescita del dissenso su questa iniziativa imposta dall’alto con una logica
aziendalistica. Curioso il comportamento dei rappresentanti del governo nazionale che nella nostra Regione sono
all’opposizione: prima partecipano al voto unanime per bocciare l’iniziativa, poi protestano contro questa presa di posizione.

Quali sono stati i motivi della vostra opposizione all’iniziativa governativa?

La Moratti vuole restaurare una scuola che torna ad accentuare la divisione in classi degli studenti. Questo il Movimento
studentesco vuole contestare e a Foligno di un non avvenimento come lo spostamento in altra sede degli Stati generali
della scuola si è riusciti a fare una occasione di crescita e confronto con il movimento che in Italia vuole dare più forza
alla scuola pubblica. Mi va di sottolineare a questo proposito un’ultima cosa: è stato decisivo il sostegno a questa
mobilitazione offerto da un folto gruppo di insegnanti che ci hanno aiutato, almeno in questa occasione, a interpretare
le forze progressive della città. La scuola pubblica è di tutti e di ciascuno.